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Il segmento testuale Sandro Pertini è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 56Entità Multimediali , di cui in selezione 27 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 524

Brano: [...]con ben 519 voti su 615 votanti (poterono votargli contro solo i fascisti e gruppi sparsi di destra). Nel 1978, dopo una travagliatissima ricerca di intesa tra le forze politiche dell’arco costituzionale, cui si poneva il compito di dare credito alle istituzioni seriamente compromesse, la figura di Pertini emerse come la più idonea, per unanime riconoscimento, ad ascendere al più alto magistero della Repubblica:

Il presidente della Repubblica Sandro Pertini salutato dal picchetto d’onore

\'8.7.1978, in un momento particolarmente difficile e tragico della vita italiana del secondo dopoguerra, Pertini veniva eletto presidente con voto pressoché unanime.

G.Vas.

Bibliografia: Vera Modigliani, Esilio, ed. Garzanti, Milano, 1946; Emanuele Modigliani, La detenzione di Pertini è uno scandalo, sull’® Avanti! » di Parigi, 20.11.1934; Sandro Pertini, Sei condanne, due evasioni, con Prefazione di Giuseppe Saragat, Mondadori, Milano, 1970; Alberto Jacometti, Ventotene, Milano, 1956; Fulvia Ripa di Meana, Roma clandestina, Roma, 1944; A. Troisio, Roma sotto il terrore nazista, Roma, 1946;

E. Piscitei li, Storia della Resistenza romana, Bari, 1965; R. Perrone Capano, La Resistenza in Roma, Napoli, 1963; Dalla Resistenza alla alternativa socialista I Congressi del P.S.I. dal 1946 al 1972, Quaderni della « Giovane Sinistra » a cura del Centro Stampa e Propaganda della F.G.S.I., Roma, 1976. Sul viaggio dalla Francia all’Italia del novembre [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 786

Brano: [...]io, organizzato con metodo, che richiese mezzi e preparazione, e non somigliava affatto al gioco infantile di Van der Lubbe [...] L’incendio del Reichstag fu organizzato dai nazionalsocialisti ».

S.Bi.

Bibliografia: Il processo di Lipsia, documenti, lettere e note di G. Dimitrov, Edizioni in lingue estere, Mosca, 1944.

Processo di Savona

Procedimento giudiziario svoltosi nel settembre 1927 contro Cario Rosselli, Ferruccio Parri (v.), Sandro Pertini (v.) e altri antifascisti imputati di aver fatto espatriare il socialista Filippo Turati.

L’espatrio di Turati

AH’indomani delle leggi eccezionali del novembre 1926, un’organizzazione clandestina antifascista di cui facevano parte Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Sandro Pertini e altri decise di fare espatriare illegalmente l’anziano leader del socialismo riformista Filippo Turati, per sottrarlo alle persecuzioni delle squadracce fasciste milanesi, che più volte l’avevano minacciato di morte. La fuga riuscì e nel dicembre 1926 Turati potè raggiungere via mare la Corsica, quindi la Francia. Rosselli e Parri vennero arrestati subito dopo il loro rientro in Italia e confinati, in



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 467

Brano: [...]comandante della « Pasubio », affiancato da Tempesta [Walter Romanzini, un giovane contadino mantovano di grande valore) assumerà il comando della Brigata « Adige » operante nella bassa veronese e anch’essa formata in buona parte da partigiani scampati al rastrellamento di settembre.

La « Pasubio » a Milano

A Milano, Marozin e Rito presero contatto con i colonnelli Palumbo e Pieri del Comando generale del C.V.L. e, per il loro tramite, con Sandro Pertini, Corrado Bonfantini e Giovan Battista Stucchi, dirigenti delle Brigate Matteotti. Questi, dopo avere proposto in un primo tempo la riorganizzazione della formazione sulle montagne bresciane, optarono poi perché si costituisse nella zona sovrastante Baveno, sul Lago Maggiore.

Nel febbraio 1945 il C.L.N. Alta Italia, dichiarando l’appartenenza della « Pasubio » al C.V.L., segnalava alla medesima e al Comando partigiano triveneto che la formazione, operante ora in Lombardia, doveva troncare ogni rapporto con nuclei e formazioni attive nel Veronese e nel Vicentino. Si chiudeva così, soprattutt[...]

[...]sulle montagne bresciane, optarono poi perché si costituisse nella zona sovrastante Baveno, sul Lago Maggiore.

Nel febbraio 1945 il C.L.N. Alta Italia, dichiarando l’appartenenza della « Pasubio » al C.V.L., segnalava alla medesima e al Comando partigiano triveneto che la formazione, operante ora in Lombardia, doveva troncare ogni rapporto con nuclei e formazioni attive nel Veronese e nel Vicentino. Si chiudeva così, soprattutto per merito di Sandro Pertini che neH’ambito del Comando generale si era fatto appassionato portavoce dell amarezza dei partigiani

467



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 616

Brano: [...]Potente », i gruppi S.A.P. di Carrara e le forze socialiste della città di Firenze, in tutto circa 1.000 uomini.

Firenze fu divisa in quattro zone operative. La quarta zona, compresa tra il Ponte Rosso, Campo di Marte, Bellariva e l’Arno, venne affidata ai socialisti e al comando di Giorgio Mongoli. Dall’11 al 17.8.1944 questa zona fu teatro di aspri combattimenti. La liberazione della città vide i gruppi socialisti, animati dalla presenza di Sandro Pertini, battersi coraggiosamente e lasciare sul terreno diversi compagni.

Dopo la liberazione di Firenze la Brigata « Bruno Buozzi » si distinse nei combattimenti culminati con la liberazione di Fiesole e con la cattura della bandiera tedesca posta sul balcone di quel Comune.

Emilia

In EmiliaRomagna i socialisti furono presenti con diverse formazioni: nel Modenese combatterono due Brigate Matteotti; nei pressi di Marzabotto il gruppo « Bruno Buozzi »; a Bologna la Brigata Matteotti «Città» e la Brigata Matteotti della Divisione Garibaldi « Bologna ». Quest’ultima, comandata dal valoroso Ant[...]

[...]compagni validissimi, reduci da esperienze di carcere e di organizzazione clandestina in altri partiti antifascisti, come Gracceva.

All’indomani della vana e tuttavia coraggiosa resistenza a Porta San Paolo, anzi la sera stessa del 10 settembre, l’organizzazione militare del partito si delineò spontaneamente a fianco di quella politica e in stretto collegamento con essa, ancorché con esigenze e caratteri propri. Massimo animatore e capo ne fu Sandro Pertini. Sin dal primo giorno egli fu coadiuvato principalmente da Giuseppe Gracceva e da Giuliano Vassalli. Quando Pertini, arrestato dai tedeschi, fu detenuto a Regina Coeli (1.10.1943

25.1.1944), Gracceva lo sostituì al Centro militare del partito e Vassalli nella giunta militare del Comitato centrale di liberazione nazionale e nel Comitato militare tripartito (P.d.A., P.S.I., P.C.I.). L’organizzazione partigiana socialista nel Lazio si sviluppò particolarmente nelle seguenti articolazioni:

a) Il Centro militare cittadino, creato in relazione alla grande importanza strategica e tattica di R[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 611

Brano: Matteotti, Brigate

sti furono costretti a rientrare nella clandestinità, l'attività socialista non subì interruzioni e contribuì alla lotta armata.

Il 9 settembre Sandro Pertini, Giuseppe Gracceva, Oreste Lizzadri, Giuliano Vassalli e altri compagni diedero vita a Roma all’organizzazione militare socialista per l’Italia centrale, e Pertini ne venne nominato responsabile.

Il giorno dopo Pertini e altri compagni, postisi alla testa di un grup^ po di cittadini, eressero la prima barricata a Porta San Paolo e, in fraterna unione con le forze armate regolari, opposero una tenace resistenza all’entrata dei tedeschi nella Capitale (v. Armistizio e difesa di Roma).

Intanto a Milano il C.L.N. dell’Alta Italia, appena costituito, dava vita a un Comitato militare unitario[...]

[...]ita delle Matteotti

In un primo periodo, nel pensiero e nell’orientamento socialista era prevalsa l’intenzione di non insistere sulla diversificazione politica dei gruppi militari. Si preferiva pertanto che le bande si formassero e si sviluppassero secondo uno spirito unitario, indipendentemente da coloro che le creavano, così come si tendeva all’informazione politica senza imporre classificazioni di parte. Questa fu forse la ragione fonda

Sandro Pertini parla a Milano nei giorni della Liberazione (aprile 1945)

mentale per cui le formazioni Matteotti ebbero una precisa caratterizzazione, anche per quanto riguarda

il nome, in epoca successiva rispetto ad altre formazioni di colore. Infatti, da parte socialista, nei primi mesi della lotta i reclutati venivano indirizzati in montagna presso reparti già esistenti, senza il preciso scopo di creare gruppi politicamente qualificati.

Nella primavera del 1944 il P.S.I.U.P. subì in Lombardia un duro colpo, in seguito all’arresto avvenuto a Milano, in via Borgonuovo, di alcuni importanti dirige[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 57

Brano: [...]rasferita a San Giorgio Lucano, sempre in provincia di Matera. Aveva appena cominciato ad ambientarsi e a dare delle lezioni ai figli dei contadini, che dopo un anno venne trasferita a Ponza (v.) per aver tenuto (secondo i telegrammi di accompagnamento della polizia) « cattiva condotta ». Durante la traduzione apprese la morte di Gramsci.

A Ponza trovò Terracini, Maria Baroncini (con la quale divise temporaneamente la casa), Giorgio Amendola, Sandro Pertini e altri compagni di lotta, con i quali, dopo tanti anni di segregazione, potè finalmente parlare.

Nell’agosto 1937 le morì la madre e le fu concessa una breve licenza. Poi, dopo una settimana passata nelle Carceri Nuove di Torino, rientrò per poco tempo a Ponza, da dove, con lo scioglimento della colonia, nel luglio 1939 fu inviata a Ventotene (v.), insieme a quasi tutti gli altri confinati politici. Nel 1939, all’inizio della Seconda guerra mondiale, la vigilanza poliziesca si fece più rigorosa, specie nei confronti della Ravera che, ovunque, si era dimostrata “pericolosissima”. Nello ste[...]

[...]68

1949 fu delegata al I Congresso internazionale dei Partigiani della pace, a Parigi.

Nel 1950, con le sorelle Rina ed Elena e il fratello Carlo con la figlia Gabriella, si trasferì a Formia. Qui morì Carlo e, nel 1951, Camilla raggiunse definitivamente Roma, dove tuttora abita con la nipote Gabriella. Chiamata a far parte del Comitato nazionale dell’U.D.I., nel gennaio 1982 è stata nominata senatore a vita dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Il 26.1.1982, quando fece il suo primo ingresso nell'aula di Palazzo Madama, i senatori raccolti in assemblea plenaria l'accolsero tutti in piedi. E lei avanzò calma, quasi in punta di piedi apparentemente fragile. A 96 anni venne ancora chiamata a presiedere assemblee.

Al suo libro “Diario di trent’anni” è stato assegnato il “Premio Prato 1973”. Nel 1978 un altro suo libro (Breve storia del movimento femminile in Italia) ha avuto il “Premio Viareggio” del Presidente Repaci. Nel 1979, in occasione dei suoi novant’anni, gli Editori Riuniti hanno raccolto in un volume le Lettere al parti[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 519

Brano: [...]antifascista, legato in particolare ai capi del socialismo unitario Turati e Claudio Treves, attività che gli costò un primo processo per ragioni politiche da parte delle autorità francesi. Nello stesso tempo, cercò subito un lavoro manuale: installatosi a Nizza, fu pulitore, anche notturno, di (automobili, manovale, muratore e infine decoratore [peintre en bàtiment), vivendo esclusivamente del denaro così guadagnato e non accettando aiuti di

Sandro Pertini, muratore in Francia negli anni dell’esilio

sorta, né da singoli né da organizzazioni. Ma per la sua impossibilità « quasi irosa e romantica » (come scriverà di lui Vera Modigliani) di accomodarsi alla vita incolore dell’ esilio, usando recapiti convenzionali e falsi nomi continuò sempre, nonostante l’assillante controllo delle autorità di polizia, a mantenere il contatto con i compagni e gli amici rimasti in Italia.

A un certo momento, con il ricavato della vendita di una masseria paterna, installò a Eze un impianto radiotrasmittente destinato a incitare gli italiani a non desistere da[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 468

Brano: [...]milio Corazza. Nella notte del 2324 aprile la « Pasubio » partecipò all’inizio e poi all’esplosione dell'insurrezione milanese, occupando tra l'altro la sede dell’E.I.A.R., la Zecca, il Distretto militare e alcune caserme, compresa quella di piazzale Firenze, dove venne giustiziato il colonnello Tarnburini, responsabile dell’invio coatto in Germania di migliaia di giovani rastrellati.

Il 29.4.1945, circondato dai partigiani della « Pasubio », Sandro Pertini tenne il primo comizio nella capitale della Resistenza e dell’insurrezione, in Piazza del Duomo. Nei giorni successivi, i muri di Milano vennero letteralmente tappezzati di manifesti inneggianti a Marozin, presentato come « liberatore » della città: interessi oscuri, doppiogiochisti e avventurieri facevano grappolo intorno a Marozin, degradando

il nome della « Pasubio » in una triste fiera delle vanità.

Il dopoliberazione

Il 4 maggio Marozin tornò ad Arzignano, la sua città natale, con un gruppo di suoi « veterani », minacciando l'inferno. Venne affrontato da un distaccamento della «[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 610

Brano: [...]renti espresse dal Partito socialista italiano (P.S.I.) che contava su uomini del vecchio filone del socialismo tradizionale (quali Giuseppe Romita, Olindo Vernocchi, Alfredo Canevari, Per rotti, Lizzadri) e dal Movimento di unità proletaria (v. M.U.P.), venne sancita la costituzione del Partito socialista italiano di unità proletaria (P.S.I.U.P.). Fu inoltre eletta una Direzione nazionale, di cui entrarono a far parte Pietro Nenni (segretario), Sandro Pertini e Carlo Andreoni (vicesegretari; il secondo verrà poi sostituito da Giuseppe Saragat), Rodolfo Morandi, Oreste Lizzadri, Bruno Buozzi, Paolo Fabbri, Domenico Viotto, Lelio Basso, Lucio Luzzatto, Giuseppe Romita, Giuliano Vassalli, Mario Zagari, Achille Corona, Tullio Vecchietti, Vezio Crisafulli. Nei 45 giorni del governo Badoglio questa Direzione partecipò all’attività semilegale del movimento antifascista nel Comitato delle Opposizioni.

Inizio della lotta armata

Quando, subito dopo T8.9.1943, le speranze di una immediata liberazione svanirono e i partiti antifasci

611



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 458

Brano: [...]ri.

Tre erano i nuclei principali attorno ai quali gravitava I attività partigiana maceratese: il Gruppo bande autonome « Niccolò » (comandato da Augusto Pantanetti), operante nella zona dei monti Sibillini in collegamento diretto con il presidente del C.L.N. provinciale Fattorini (D.C.); un gruppo di bande operanti ai confini umbromarchigiani, dove sino alla primavera del 1944 si ebbe anche una « zona libera » e il cui comando, coordinato da Sandro Pertini e poi da Celso Ghini, dipendeva direttamente dal C.L.N. Centrale (v.) di Roma; e infine i distaccamenti della Brigata Garibaldi «■ Spartaco » (al comando di Buscalferri e Depangher) con zona di influenza sul versante anconetano e, tramite formazioni G.A.P., anche lungo la costa adriatica. Tra le formazioni minori si ricorda il Gruppo Lucio, composto di 22 uomini fra inglesi, americani, australiani, canadesi e che, al comando di Lucio Corradini di Petriolo, dal novembre 1943 al giugno 1944 operò sulle montagne di Sarnano.

Di fronte all’intensificarsi dell'attività partigiana, a metà marzo 1[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Sandro Pertini, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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